Accordo fra Confindustria e sindacati per richiedere al Governo dei nuovi ammortizzatori sociali nel caso di una crisi aziendale: sussidi ad hoc e piani di ricollocamento dei lavoratori in esubero.
Hanno trovato un accordo Confindustria e i sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) in materia di crisi aziendali proponendo: nuovi ammortizzatori sociali per le imprese in crisi con possibilità di proseguire l’attività e politiche di ricollocamento per lavoratori in cassa integrazione straordinaria. Le parti sociali hanno firmato un documento che racchiude una serie di proposte da sottoporre al Governo, alla luce del Jobs Act che toglie dal 2017 mobilità e cassa integrazione in deroga.
> Obiettivo: governare con efficacia i processi di transizione industriale, in una fase che vede gli indicatori del mercato del lavoro ancora deboli e in cui i recenti interventi legislativi di riforma ammortizzatori sociali “hanno sensibilmente ridotto lo spazio di azione delle politiche passive del lavoro”, mentre “manca ancora un assetto compiuto delle politiche attive”(come sottolineato dai sindacati).
Tale accordo disciplina percorsi differenti a seconda delle tipologie di crisi aziendale. Qualora siano imprese in cui sono in corso trattamenti di cassa integrazione e sono previsti esuberi, la via è quella di un accordo sindacale che preveda un piano operativo di ricollocazione, finalizzato a favorire la formazione e la ricollocazione dei lavoratori, già durante il periodo di cassa integrazione. Per quanto riguarda invece, le attività di formazione e di outplacement si usufruisce dei fondi inter-professionali e si studiano meccanismi di prolungamento della cassa integrazione straordinaria. L’accordo può anche prevedere una forma di risoluzione del rapporto di lavoro conciliativa, per anticipare il percorso di ricollocazione. Per i casi di crisi aziendale che hanno concrete possibilità di rilancio delle attività produttive, si propongono, oltre alle misure sopra citate, anche alcuni correttivi alla disciplina degli ammortizzatori sociali: nello specifico, si chiede il prolungamento oltre i 24 mesi.
Il presidente di Confindustria – Vincenza Boccia – si dichiara soddisfatto per l’accordo e che definisce un passaggio importante con “proposte concrete per dare una risposta responsabile che superi le logiche emergenziali. Un ulteriore passo avanti verso una visione organica della questione industriale italiana”.
La segretaria generale della CGIL – Susanna Camusso – ritiene che l’intesa “mette in campo modalità contrattuali e politiche attive e richiede al governo di non sottrarre risorse agli ammortizzatori sociali, ma al contrario di mettere a disposizione quelle risorse che con il venir meno della mobilità non ci sarebbero state”.
La numero uno della CISL – Annamaria Furlan – ci tiene a precisare che le parti sociali fanno la loro parte “dando la possibilità all’uso dei fondi interprofessionali per attivare meccanismi di formazione e ricollocazione dei lavoratori” e chiede al Governo di prolungare gli ammortizzatori sociali “perché le aziende hanno bisogno di più tempo”, con una proroga che “potrebbe variare da uno a due anni a seconda ci si trovi di fronte a una crisi complessa o no”.
Il leader di UIL – Carmelo Barbagallo – pone l’accento sulla necessità di maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali, gestione delle crisi in aree complesse e utilizzo delle risorse accantonate con il versamento dello 0,30% pagato dalle aziende.