Il welfare aziendale

Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di welfare aziendale, ma che cos’è e di cosa si tratta?

Con welfare aziendale si intende l’insieme delle iniziative organizzate da un’azienda che hanno come scopo principale l’incremento del benessere del lavoratore e della sua famiglia, attraverso l’assegnazione di una serie di benefit, sia di natura monetaria che attraverso l’erogazione di servizi.
È ormai noto come la soddisfazione sul lavoro sia direttamente collegata alla produttività stessa del dipendente; garantendo la sua felicità l’azienda otterrà dei benefici, sia a livello produttivo che creando un miglior ambiente di lavoro.
Con le Leggi di Stabilità del 2016 e del 2017 anche le piccole e medie imprese hanno iniziato ad attuare dei piani di welfare, fino a quel momento prerogative delle multinazionali. Infatti con la modifica dell’art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, in caso di conversione in welfare del premio di risultato non vi è alcuna tassazione; pertanto dal 1° gennaio 2018, tutte le forme di welfare erogate o rimborsate dal datore di lavoro non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente, ampliando in tal modo il beneficio ottenuto dal lavoratore.

Ma quali sono i servizi per i dipendenti?

I benefit sono molteplici e spaziano tra:
– buoni pasto o ticket restaurant, nei limiti di 5,29 € per i buoni cartacei e di 7,00 € per i buoni elettronici;
– sostegno economico nell’utilizzo del trasposto pubblico;
– buono spese (ad esempio buoni benzina, card Amazon, buoni spesa) nel limite di 258,23 € annui;
– Buoni elettronici spendibili presso palestre, centri benessere, teatri e piscine;
– pacchetti sanitari presso centri medici e diagnostici;
– aiuto nella concezione vita/lavoro;
– versamenti al fondo di previdenza complementare;
– corsi di lingua straniera e campus estivi;
– pagamento delle quote di rette corrisposte per la frequenza di asili nido, scuole materne, scuole elementari, scuole medie, scuole superiori e università e spese per l’acquisto di libri di testo scolastici;
– rimborsi spese per l’assistenza di familiari non autosufficienti;
– pagamento degli interessi passivi sui mutui.

Come si attua il welfare aziendale?

Attraverso un accordo aziendale tra datore di lavoro e un’associazione sindacale (oppure attraverso una regolamentazione autonoma) l’azienda potrà stabilire quali beni, opportunità e servizi mettere a disposizione dei propri dipendenti, senza che questi si realizzino in una diretta corresponsione di denaro.

Quali vantaggi ottiene l’azienda?

L’azienda è in grado di ridurre i costi di gestione, migliorare il benessere organizzativo, ridurre il turnover interno, migliorare la reputazione aziendale. Inoltre, mediante la costituzione di un piano welfare, l’azienda è in grado di dedurre totalmente o parzialmente (a seconda del tipo di prestazione) i costi sostenuti dal Datore di Lavoro, ai fini IRAP e IRES oltre all’esenzione da qualsiasi prelievo contributivo

In sintesi, perché economicamente conviene il welfare aziendale?

  Premio in denaro Pacchetto di welfare
L’azienda versa 1.000 euro, che il dipendente spende per asili, check up medico, borse di studio L’azienda non versa alcuna somma ma offre la dipendente la fruizione dei seguenti servizi (il valore tra parentesi)
0 Asilo nido (300)
0 Check up medico (500)
0 Borse di studio (200)
Imponibilità

Contributi (9,49%)

905,10

0
Netto in caso di tassazione ordinaria

561,16

1.000
Costo azienda (contributi previdenziali stimati al 30%) 1.300

1.000

Cuneo fiscale (differenza tra costo azienda e netto in tasca al lavoratore) 738,84 0

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