Lavoro in nero: nuovi modelli sanzionatori

Il Jobs Act ha apportato numerose modifiche nelle leggi in ambito giuslavoristico. Una modifica che senz’altro potrà interessare gli imprenditori riguarda le sanzioni in caso di Lavoro nero. Se prima ciò che contava era la giornata lavorativa, ora ciò che è essenziale prendere in considerazione è il periodo durante il quale il lavoratore è impiegato irregolarmente. Questo lo ritroviamo nel decreto semplificazioni, approvato in data 4 Settembre.  Secondo le modifiche apportate all’articolo 3 del Dl 12/2002., la multa scatta in caso di «impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, con la sola esclusione del datore di lavoro domestico».

Ecco le sanzioni in dettaglio:

  • per ciascun lavoratore irregolare in caso di impiego per un periodo fino a 30 giorni effettivi di lavoro, da 1500 a 9mila euro ;
  • da 3mila a 8mila euro per ciascun lavoratore, in caso di impiego fra i 30 e i 60 giorni;
  • da 6mila a 36mila euro, in caso di impiego oltre i 60 giorni.

La novità fondamentale è il meccanismo, per fasce e non più per singola giornata lavorativa. Tale meccanismo di fatto segna un tetto massimo a quota 36mila euro. Le sanzioni sono aumentate del 20% nel caso in cui il lavoratore sia straniero, oppure sia minorenne.

In secondo luogo, inoltre, viene reintrodotto quel mezzo secondo cui il personale ispettivo invita il datore di lavoro alla regolarizzazione, e può anche applicare uno sconto sulle sanzioni, la diffida. In base alla nuova norma, la diffida prevede la stipulazione di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche a tempo parziale, con una riduzione di orario non superiore al 50%, oppure un contratto a tempo determinato, a tempo pieno, per un periodo non inferiore a tre anni. Il lavoratore non può essere licenziato prima di tre mesi. Entro 120 giorni dalla notifica del verbale, vanno provate l’avvenuta regolarizzazione e il pagamento delle sanzioni.

Inoltre, si parla di rimodulazione anche delle sanzioni previste per evitare la sospensione dell’attività imprenditoriale. In base all’articolo 14 del Dlgs 81/2008, la rimodulazione scatta se i lavoratori in nero sono superiori al 20% della forza lavoro, o in caso di gravi e reiterate violazioni in materia di tutela e sicurezza sul lavoro. Resta condizione necessaria, per la revoca del provvedimmento, la regolarizzazione dei lavoratori. In più, bisogna pagare la sanzione, che nel caso del lavoro nero sale da 1950 a 2mila euro, mentre nel caso delle altre violazioni scende da 3250 a 3200 euro. Infine è stata introdotta una regola secondo cui un’istanza di parte la revoca della sospensione dell’attività imprenditoriale è possibile davanti al pagamento del 25% della somma dovuta, a condizione che l’importo residuo sia versato entro sei mesi, maggiorato del 5%.Tale regola va a rafforzare l’istituto premiale.

 

 

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