Nel mese di agosto – fra il sovrapporsi di notizie e la ormai dichiarata mancata crescita del Paese, sta cominciando a definirsi la futura Legge di Stabilità; nel secondo trimestre infatti, la crescita del PIL del Paese è stata pari a zero e le aspettative per i successivi due trimestri non sono sicuramente fra le più ottimistiche.
Iniziano così ad avanzare le prime ipotesi relative a un pacchetto di misure fiscali sia per le piccole che per le grandi imprese, che hanno l’obiettivo di dare una “scossa” all’attuale situazione e che potrebbero riguardare:
- l’estensione dell’ambito applicativo dei maxi ammortamenti;
- la revisione dell’ACE per favorire ulteriormente la capitalizzazione delle imprese;
- l’introduzione dell’IRI e del regime di cassa per le sole imprese di contabilità semplificata;
- novità interessanti potrebbero riguardare anche i redditi di lavoro dipendente per i quali si potrebbe ricalibrare nuovamente la decontribuzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
- La prima misura dovrebbe riguardare la proroga per tutto il 2017 dei maxi ammortamenti e l’estensione dell’ambito applicativo della misura, che successivamente potrebbe riferirsi anche ad alcuni beni immateriali – sia pure con l’intento di favorire la ricerca e lo sviluppo.
- La seconda misura dovrebbe rivolgersi alla revisione dell’ACE (Aiuto alla crescita economica), con lo scopo di sostenere la capitalizzazione delle imprese grazie ad un “potenziamento” della misura. La prima versione del beneficio ha dato luogo a risultati positivi e per questa ragione si sarebbe deciso di puntare sull’ACE-bis.
- La terza misura dovrebbe essere destinata alle imprese di piccole dimensioni grazie all’introduzione dell’imposta sul reddito dell’imprenditore (IRI) e del regime di cassa relativo, però, solo alle imprese in contabilità semplificata. Tale misura è decisamente molto attesa – soprattutto in questo periodo di crisi – dalle moltissime imprese che soffrono e non riescono a riscuotere i relativi crediti. In poche parole, ai fini fiscali, non troverebbe applicazione il principio di competenza, ma di cassa, con il rinvio della tassazione del reddito raggiunto al momento dell’incasso dei crediti e del pagamento dei debiti. Il reddito quindi, dovrebbe venire determinato con un meccanismo decisamente simile a quello previsto dai professionisti, anche se con alcune deroghe.
In merito alla misura dell‘IRES invece, non sono attualmente previste novità; conseguentemente dal 1° gennaio 2017 dovrebbe trovare applicazione la riduzione dell’imposta dal 27,5 al 24 per cento.
Un intervento aggiuntivo potrebbe riguardare i redditi di lavoro dipendente in cui dovrebbe essere elevata la soglia dei predetti redditi (al momento pari a 2.000€) soggetta all’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10%.
Tale intervento è regolato dalla condizione che tali somme siano corrisposte con riferimento ad incrementi della produttività del lavoratore (premi di produttività). Se tale misura verrà confermata, determinerà una riduzione delle entrate ed è dunque altamente probabile che il legislatore decida di procedere calibrando nuovamente (riducendo) la decontribuzione delle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
La misura ha prodotto buoni risultati ed è quindi ragionevole che si decida per la conferma dell’agevolazione.
Quelli sopra citati sono i principali interventi di sostegno all’economia di un Paese che ha grosse difficoltà di crescita, ma rimane comunque aperta la partita agli eventuali “tagli” delle deduzioni e delle detrazioni (se ne parla ormai da anni e le misure dovrebbero vedere luce entro breve).
La questione affrontata è decisamente delicata poiché l’incremento dell’imposizione può essere effettuato sia con un incremento delle aliquote e sia tramite un allargamento della base imponibile o tramite “tagli” di deduzioni e detrazioni.
D’altro canto la tendenza negli ultimi anni è quella di andare verso questa direzione e molti oneri (premi assicurativi, contributi al SSN sull’assicurazione, …) sono stati drasticamente ridotti.