Le aspettative di vita degli italiano diminuiscono, ma non l’età pensionabile: l’adeguamento delle pensioni è rivedibile solo al rialzo dei requisiti.
La crisi economica, che ha portato alla riduzione delle aspettative di vita, non precisa un adeguamento delle pensioni alle nuove aspettative di vita (verifica a cadenza triennale fino al 2018, biennale negli anni successivi), che può mutare solo in aumento, ma non in diminuzione (legge 122/2010). La Riforma Pensioni, presume un progressivo innalzamento dell’età pensionabile, pur a fronte di inferiori speranze di vita.
Il Rapporto Osservasalute, nel 2015, riporta che nel 2015 l’aspettativa di vita è scesa a 80,1 anni per gli uomini e 84,7 anni per le donne, dunque due e tre mesi in meno rispetto al 2014.
Quali cause dunque?
La Sanità ha molte meno risorse pubbliche, c’è un’incidenza minore delle patologie prevenibili, scarsa prevenzione (Italia al 3° posto fra i paesi OCSE), bassa vaccinazione antinfluenzale soprattutto fra i più anziani e la presenza della crisi economica; non è per il paese un dato incoraggiante visto che per l’Italia è la prima volta.
Un retroscena positivo poteva essere quello in merito al tema delle pensioni, che dal 2013 ogni tre anni prevedono uno scatto (che alza il requisito di età per le pensioni) per adattarsi alla speranza di vita (dal 2019 scatto biennale). L’adeguamento delle pensioni può avvenire solo su base ISTAT, ma in ogni caso, l’articolo 12 del nominato DI 122/2010, prevede che i requisiti di età e anzianità contributiva possono solamente essere alzati e mai ridotti.
Nel biennio 2019-2020 ci sarà il futuro adeguamento alla speranza di vita; in base alla legge, l’età pensionabile dal 2019, sarà a 67 anni per tutte le persone che si ritirano grazie al sistema misto (contributivo+retributivo) e 71 anni per chi possiede l’assegno interamente calcolato con il contributivo; e questo al di là dell’adeguamento alle speranze di vita.